La retorica e il nulla


CESENATICO
L'ennesimo sopruso verso gli studenti è stato compiuto; col rinvio dell'apertura delle scuole superiori si consuma una sconfitta per le istituzioni del paese, in quanto questo è chiaramente un fallimento dello stato.
La situazione epidemiologica è in costante mutamento e, ciò, va detto, non permette sicuramente una sicura pianificazione ed organizzazione del rientro a scuola per gli studenti delle scuole superiori.
Nonostante questo, che sicuramente va a discolpa del governo e dello stato, sarebbe forse stato più opportuno dare delle indicazioni più chiare sul da farsi: pianificare il rientro a scuola per il 7 gennaio, per poi darlo posticiparlo all'11, con le regioni che, nel frattempo, hanno emanato varie ordinanze postdatando ancora il rientro a scuola, è segno di grande indecisione e incertezza.

IL DISASTRO CULTURALE Recentemente hanno scosso particolarmente l'opinione pubblica le immagini di varie risse fra ragazzi adolescenti: ciò è, secondo me, il segnale più lampante del degrado della scuola e dell'educazione degli studenti.
Vari reportage hanno poi evidenziato la difficoltà di molti studenti, magari provenienti da famiglie con una bassa disponibilità economica, a partecipare alle lezioni a distanza.
Per seguire bene le lezioni in DAD è francamente obbligatorio possedere un computer, di cui, però, molti sono sprovvisti: questi vengono così obbligati ad usare il più prosaico telefono cellulare per partecipare alle videolezioni, non potendo godere appieno dell'offerta formativa della scuola.
Un altro fattore che sicuramente nella didattica a distanza viene trascurato è il contatto fra docente ed alunno che in questo momento sta venendo meno, portando severe conseguenze alla psiche ed all'educazione dei ragazzi.

Il LASSISTA Devo purtroppo constatare che molti studenti hanno esultato alla notizia della posticipazione della data del rientro a scuola: potrebbe sembrare una reazione normale, ma, per quanto mi riguarda, questo è sintomo di una grave immaturità che affligge la mia generazione.
Il ricadere nel bambinesco "La scuola fa schifo!" mi sembra veramente grave e segno che questo periodo non ci ha insegnato poi tanto.

LA RETORICA IMPERANTE In questi mesi ci sono state discussioni sulla chiusura delle scuole, sull'importanza di tornare in presenza il prima possibile, di fare tornare noi studenti a scuola il più presto.
Il come fare tutto questo è stato raramente preso in considerazione, venendo affrontato ben poche volte.
Credo che se, al posto di passare ore a discutere di banchi a rotelle in estate, sarebbe stato meglio intervenire seriamente sul trasporto pubblico, vero punto dolente della riapertura delle scuole.
Ora è obbiettivamente difficile agire su questo, in tempi così ristretti: mi sento però un po' preso in giro a vedere che la scuola non è realmente una priorità del nostro paese.
Come sempre, nel nostro Belpaese, la situazione è grave, ma non seria.

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